La considerazione è per le solitudini. Qualcun altro ha necessità di mancare, di stravolgere l'apodittico, di privarsi dell'inerzia della soggettività, strutturandosi e destrutturandosi nel dissidio e nella fragilità delle consuetudini e partorendo deformità poiché, come disse una volta Cioran, è necessario revisionare tutto, anche i singhiozzi. È necessario amputare il discorso, aggiungerei, amputarlo finché non vi sia più niente da dire, sottraendosi allo stratagemma dello scibile, ripartire dal manque-à-être lacaniano e soffermarsi sulla stupidità/privazione dell'io dei santi.
domenica 19 novembre 2017
martedì 11 luglio 2017
Della difficoltà di far luce su Dante.
Alcune delle rivelazioni che sto per fare sulla Letteratura dantesca lasceranno l'amaro in bocca ai cosiddetti "puristi"; già si possono immaginare le critiche. Purtroppo, il modo di studiare Letteratura resta sempre congelato e sussunto in un sistema vizioso e, troppo spesso, non vengono considerati né il processo di creazione, né il luogo, né il tempo e né, tanto meno, le incertezze degli autori. Se affermassi che Dante Alighieri non ha mai scritto i versi: "Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita (...)", verrei tacciato di abiura e molti mi darebbero del pazzo, non senza ragione. Eppure è così. Di Dante non possediamo i manoscritti e, tuttavia, abbiamo dei manoscritti dell'area della Toscana che mostrano una pratica della scrittura molto differente dalla nostra e, i vari rimaneggiamenti effettuati nel corso dei secoli possono aver stravolto non poco l'Opera dantesca originale.
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sabato 20 maggio 2017
La passione di Ornella - Prefazione a cura di Marco Nuzzo.
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Copertina - La passione di Ornella Autore: Nina Vanigli Eroscultura Edizioni |
Prefazione:
Passione: un continuo
catalizzarsi di reazioni chimiche spesso svolgentisi in meandri di dissolutezza
e scomposizioni in puzzle per i quali non vediamo la fine; è l'immateriale
profumo di un procedere tentoni verso quella che si sa essere una débacle, una bastonata a sfiorare la
morte, metro adrenalinico col quale misuriamo l'eccitazione del momento e che,
a lungo andare, schiavizza. La sicurezza delle nostre prigioni diventa malaria
e, nel contempo, ablutofobia di restarne senza, di rimanere cioè liberi da
quella vincolante catena, capace ancora di annodarsi violentemente a desideri
di carne e miasmi che ci portino alla realtà dell'eros più lubrico, quello che
fa male ma che ancora rende vivi.
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lunedì 24 aprile 2017
Fiere del libro: una riflessione.
Riflettevo sulla questione "fiera del libro", nella fattispecie su quella di libro inteso come mero oggetto di vendita, poiché l'editoria, come spiega bellamente la descrizione della "Fiera del libro di Torino", è questa: "Nella nostra epoca di comunicazione elettronica istantanea, l’editoria è ancora un business alimentato da una passione per i libri e per le relazioni personali. Questa è rimasta una costante, anche con le nuove opportunità che gli ebook danno agli autori e agli editori, ed è parte del motivo per cui l’editoria è un’arte più che una scienza". Appurato si tratti di business, è necessario
lunedì 17 aprile 2017
Semiologia e miti: a che punto è la notte?
Scriveva De Saussure: "Si può concepire una scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale; essa potrebbe formare una parte della psicologia sociale e, di conseguenza, della psicologia generale; noi la chiameremo semiologia. Essa potrebbe dirci in che consistono i segni, quali leggi li regolano. Poiché essa non esiste ancora non possiamo dire che cosa sarà: essa ha tuttavia diritto ad esistere e il suo posto è determinato in partenza. La linguistica è solo una parte di questa scienza generale, le leggi scoperte dalla semiologia saranno applicabili alla linguistica e questa si troverà collegata a un dominio ben definito nell'insieme dei fatti umani".
mercoledì 22 marzo 2017
Autori e autorevolezza.
La locuzione autore rivela colui che realizza una crescita, che eleva (dalla locuzione latina auctus = aumentato, elevato) ma è anche colui che dà autorità al proprio atto. Le definizioni che sono state date alla parola possono variare di significato, poiché il significato stesso subisce mutazioni nel corso del tempo, dello spazio ma, soprattutto, dell'ambito in cui si interagisce. In letteratura, la locuzione designa colui che pensa l'opera, per cui l'autore potrebbe essere differente da chi scrive, sebbene
sabato 18 marzo 2017
Licenziosità e scrittura.
L'antica locuzione latina "epistula non erubescit", attribuita a Cicerone, sta a significare che uno scritto, giacché privo delle emozioni dello scrivente, può manifestare pensieri ed emozioni che non si avrebbe il coraggio di propalare di persona. Palese, tuttavia, come l'uso della parolaccia faccia oramai parte della nostra quotidianità, e in una maniera talmente congenita e naturale da essere usata come interiezione nell'esprimere un'emozione o per dare forza a frasi o concetti.
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mercoledì 15 marzo 2017
Cinema: Arrival e il problema del linguaggio alieno.
Nel film di Dennis Villeneuve, Arrival, l'intreccio si sviluppa integralmente sul "what if?" della comunicazione nell'eventualità che la specie umana entrasse in contatto con una non meglio precisata società aliena. Sarebbe davvero possibile interpretare un linguaggio o, meglio ancora, risalire a un linguaggio universale che accomuni tutte le specie?
lunedì 13 marzo 2017
La Genesi e il linguaggio.
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La tour de Babel (1997) - Raoul Giordan |
Nel primo capitolo della Genesi, Dio si prefigura come unico attore. Un attore privo di astanti che crea tempo (giorno e notte) e spazio (terra, cielo, mare). Il Verbo rappresenta, in cristologia, il Logos, la Parola ma anche l'incarnazione. Per comprendere l'aspetto peculiare dell'incarnazione del Verbo, sarà necessario attendere la creazione dell'ascoltatore-uomo, l'unico tra gli esseri viventi che potrà mettersi in contatto con Dio e interloquire con Esso, l'unico creato a immagine e somiglianza divina, non intesa in tal senso nella fisicità e dunque nella carnalità, poiché Dio non è definibile in carne ma piuttosto nel contatto diretto che acquisisce con l'interlocutore uomo quando si interfaccia con esso e, per la prima volta, in Genesi si usa il complemento "Dio disse loro:". In altro linguaggio, potremmo affermare che l'uomo si scopre osservatore dell'Opera di Dio, capace di comprendere un linguaggio
sabato 11 marzo 2017
Il tocco dei punti.
Redenzioni post-atomiche subissavano le orgie del culto. Come pioggia dilavavano l'isteria dall'ecumene al planomene, sino alla destratificazione, alla riterritorializzazione della macchina astratta. Dal formante corpo senza organi si dipanavano possibili le vie di fuga, via dall'organizzazione stratica, dal giudizio del tribunali e dalla divisione del meccanismo delle logiche
venerdì 10 marzo 2017
I-taliano orale, e-taliano scritto.
Sebbene con le profezie, in fatto di lingua sia sempre meglio andarci cauti, in molti hanno sostenuto, con cognizione di causa, che sarebbe esistita una terza lingua, traguardata tra quella scritta e quella orale ed effettivamente, il processo ha subito una forte accelerazione conseguentemente allo sviluppo della tecnologia. Già Pestelli nel suo Parlare italiano (1957), concludeva che l'evoluzione della lingua fu causata e che sarebbe stata causata anche successivamente dai progressi ottenuti nella tecnologia, dalla penna stilografica a quella a sfera, passando per la macchina da scrivere finanche ai sistemi stenografici o al dittafono, considerandoli "stimoli allo scrivere avventato". Sembra paradossale ma negli ultimi venticinque anni si è verificato un fatto eccezionale: per la prima volta, la quasi totalità degli italiani parla e scrive quotidianamente in italiano. È clamoroso, se si pensa che l'italiano scritto è stato sempre una lingua tanto forte nella sua codificazione quanto debole nella diffusione, dapprima per colpa dell'analfabetismo e poi a causa dei mezzi audiovisivi. Una volta conquistata la lingua orale (prima della Seconda Guerra Mondiale il popolo era ancora diviso, soprattutto a causa della lingua, poiché ogni regione o provincia parlava solo il proprio dialetto), la lingua nazionale ha conquistato anche quella scritta. Il merito per la prima conquista è della radio e della televisione (la RAI, per la celebrazione del 150° anniversario dell'Unità, mandò in onda uno spot che suscitò non poche polemiche e fu additata di razzismo e strumentalizzazione, poiché essa si scagliò contro i dialetti, sottolineando in modo forse troppo brusco come l'azienda avesse contribuito all'unione del Paese; eppure lo spot aveva un fondo storico di verità); il merito della seconda conquista va, invece, alla telematica.
Il corpo senza organi nel teatro della crudeltà.
Il "Giudizio di Dio" è, per Artaud, espressione del materialismo che prosegue lungo tutta la vita del singolo: dalle disposizioni di padre-madre, si prosegue lungo la formazione di scuola, istituzioni, manicomi o prigioni, in ogni caso: Dio. La vita dell'uomo è dunque vissuta sempre sotto la supervisione di un dio, di un corpo senza organi (CsO) che si stratifica in qualità di organismo
Prefazione al romanzo fantascientifico "Shaal-ka Puhr", di Navarra-Mantelli
Sarebbe affascinante tornare indietro, abbondantemente lontano da qualsivoglia memoria storica, all’incirca alla nascita dell’uomo del nostro tempo, ancor prima di discettare di fantascienza per come oggigiorno si è andata esponendo, in quella poliedricità di sfumature, cromie e sottogeneri giunti a noi sin dalla nascita e dallo sviluppo della macchina, attraverso un certame di visioni futuristiche, ucroniche e pseudoscientifiche proposte man mano che le scienze incedevano, rispondendo via via alle domande dell’uomo; vorrei tornare al passato – pertanto - con la rievocazione memoriale della scoperta di taluni reperti dell’archeologia misteriosa risalenti al periodo pre-Inca dei Sinù, di alcuni monili dalla presunta forma di aerei o – ancora - all’uccello di Saqqara risalente al 200 a.C. ritrovato
La liquidità del modernismo e la destrutturazione della morale. (Commento al romanzo "Mulini neri" di Nina Vanigli).
Ciò a cui assistiamo, quello che ci viene proposto nella società odierna, è una sorta di rinascimento del pensiero che, seppur da un lato ha sostenuto una predeterminata libertà di pensiero (libertinismo, pirronismo), dall'altra ha creato nuove gabbie entro cui assoggettare l'uomo e serrarlo, per poi gettare la chiave, facendolo usufruire di mezzi che ricreano la virtualità di precise velleità ascose nell'anima ma che brulicano nel sostrato urbano. Quando Zygmunt Bauman parla di modernità liquida, fa riferimento a una società che, passata dal consumismo alla creazione di rifiuti umani, perde il senso stesso di morale, senso che resta confinato nel patinato della pubblicità, nella vetrina del focolare
Del linguaggio e dell'intenzione.
Quello che Wittgenstein propone nel Tractatus è che mondo e linguaggio debbano condividere la stessa forma logica; ciò si potrebbe portare su altri livelli di coscienza, piuttosto che restare nell'ideale della rappresentazione - e trasporlo perciò sul piano tridimensionale dell'intenzione. L'intenzione porta all'azione, quindi alla comunicazione e al trasferimento dell'idea, attraverso il linguaggio. Il bisogno crea: l'intenzione, l'azione e il linguaggio comunicativo, col quale il bisogno del singolo, avvertito dai simili, diviene necessità comune e perciò, il linguaggio, il mezzo organizzativo con cui
Tirature: è giusto fidarsi delle classifiche di vendita dei libri?
Con l'incedente sviluppo del mercato editoriale e principalmente di quello online, si è verificato un progressivo autosostentamento dell'editoria, soprattutto grazie alla nascita di mezzi di comunicazione paralleli (penso a lettori di e-Book, cellulari, palmari), che hanno semplificato la lettura, rendendola portatile e maggiormente accessibile, anche per quanto concerna i costi. Librerie online tra cui Amazon
L'autore-ferenziale.
Esiste una sorta di reticenza mascherata da utopia, dentro il mondo della scrittura e dell'arte in genere. Mi riferisco a quell'arte, a quella scrittura venduta, puttana, fatta per affabulare la massa dei lettori. Quando in un corso di scrittura si ripresenta, sistematicamente, la regola di ristabilire un ordine consolatorio di prossemica, lungi dal rappresentare scene censorie, al solo scopo di DOVER coccolare il lettore, si comincia a comprendere quanto i cosiddetti e determinanti "corsi" siano aberranti e quanta aberrazione esista nel mondo di una scrittura i cui vertici hanno istituzionalizzato, coesi col potere politico, anche arte e letteratura.
Il fenomeno
Il termine fenomeno, dal greco ϕαινόμενον [fainòmenon], participio sostantivato di ϕαίνομαι [fàinomai] "mostrarsi, apparire", in filosofia indica "ciò che appare, che quindi può non corrispondere all'oggettività, e che si manifesta ed è conoscibile tramite i sensi". (Fonte: Wikipedia)
Un discorso sul fenomeno, affinché possa sortire un valore e uno stimolo nell'approssimante interesse che cela, dovrebbe quindi potersi costruire e de-costruire nella sensorialità e nella transdiscorsività, in un continuo rimando di senso. Interrogarsi è il crogiolo per pervenire alla risposta, poiché mancando l'interrogazione, mancando la domanda, non esisterà alcuna risposta. Dovremmo, nella descrizione del fenomeno, valutare anzitutto se esso debba intendersi come oggettivo o soggettivo. Un fenomeno oggettivo, poste le basi affinché sia tale, sarà tale per tutti e quell'obiettività perdurerà nel tempo, fino a quando non interverrà un secondo fenomeno a confutarlo (es. La palla è una sfera). Un fenomeno
Intervista a me stesso.
Per non ingenerare antipatie già nel titolo, ho bisogno di spiegare la scelta di un'intervista a me stesso. Non si tratta di egocentrismo, non soltanto, sebbene sia appurato il desiderio, da parte di chi scriva, di farsi sentire; invero, nessun giornalista potrà mai penetrare l'animo di un intervistato come egli stesso potrebbe. La scelta è lapalissiana, la voce univoca si scompone in due parti. Parlare del proprio io, snudarsi per trafiggersi nella speranza di ritrovarsi dentro un disagio auto-incusso, è ciò che vorrei raggiungere. Non c'è guarigione da questo stato, solo altra utopia. I segni non guariscono, i segni ingannano, stimolando l'orgasmo verso il prossimo giorno e la prossima utopia. Allora ti chiedi:
FREUD, CUORI DI TENEBRA E I MOTIVI DELLA GUERRA.
Ricercare un significato - il meno abulico possibile - ai "perché" della guerra, potrebbe rivelarsi necessario per ingenerare, nel sociale, un processo di compenetrazione del sé in quanto organismo utile agli altri solo una volta conscio di se stesso. Per meglio dissertare dei processi, si terrà conto, in quest'analisi, del pensiero freudiano sulla guerra e lo si confronterà col romanzo di Conrad, "Cuore di tenebra". Sebbene Freud non si capaciti circa le cause della generazione di un conflitto, tenterà portare alla luce aspetti interessanti, volti a un proseguimento della materia: “Dalle grandi nazioni di razza bianca dominatrici del mondo, nelle cui mani è affidata la vita del genere umano, che si sapevano intente a perseguire interessi estendentisi al mondo intero e a cui erano dovuti i progressi
Recensione per "Cartoline da un paese in dismissione" di Vera Bonaccini
Link: http://www.edizionilagru.com/cartoline-da-un-paese-in-dismissione
Il sogno dell’utopia ripercorso attraverso la realtà eterotopica, graffiante, nel restare particolareggiato scontro, ove il Poeta ricrea il suo posto segreto, interconnesso col resto della carne mondiale e con una società dozzinale a cui spesso non sente appartenere, se non attraversando stereotipate allegorie che penetrano la sostanza umana sino a renderla cieca, nel suo connivente, incessante concorso allo stocastico sviluppo-inviluppo. Ecco, il compito del Poeta si fa voce di contrasto, di sfida e invito a perdurare, la necessità di uno è divenuta urgenza di molti e, poiché per se stesso e per quelli poi scrive, egli spinge a elicitare le proprie qualità sopite come lui prova a fare, pettinando un nuovo percorso in essere a svilupparsi,
Recensione per "Le cose stesse" - di Carlo Molinaro. (Matisklo Edizioni)
La capacità d'innescare, legare, e saldare assieme quegli elementi da collineare, è la caratteristica che viene a raffigurarsi in alcuni tratti e ritratti che segnano un percorso artistico nel locus; vieppiù, una indefinibile globalità di poeti si è spesso attaccata, nell'ultimo Novecento, a un rimando del senso della parola, in contrapposizione alla precedente realtà psicologica, letteraria e artistica prima che barocca e Montale e Campana ne sono stati, in Italia, i precursori. Dall'altra parte, pur non disdegnando le novità che attraverso Celan oscillavano nell'ermetismo e nel surrealismo e dunque nella riduzione della parola al silenzio, v'era una coorte di poeti che analizzava lo specimen
Sopra di quei frammenti ho costruito le mie rovine. - Di Marco Nuzzo
La rivoluzione industriale ha dato il via al mutamento nell'accezione ontologica stessa del dire e dell'essere, contribuendo non poco alla modificazione di un sapere assemblato in un coacervo di allegorie sulle quali oggi si costruisce e de-costruisce un sapere sporadico e materiale, talvolta simbolo esso stesso della limitatezza anatomica e psichica dell'uomo e di quella brama di approfondirne, scientemente, cause e relazioni leganti l'Io al mondo. Col Novecento è accaduto che la
Intervista agli In my June
Appuntamento con il gruppo folk “In My June”, composto da Paolo (voce e chitarra) e Ricky (chitarra e cori). Gli In My June nascono nel novembre 2010 dall’intersezione di Paolo e Ricky che provengono dal gruppo Noise/punk-hardcore Anarcotici, e Laura, violoncello e soprano. Ragazzi che ho già avuto modo di conoscere e di intervistare e che guardano alla musica folk legando in una sorta di amalgama il coraggio di guardarsi dentro, di ciò che fa male, tra la dolcezza e la crudeltà dell’acustico. Nel settembre 2011 esce il loro pimo disco “Blind Alley”, a settembre 2012 esce il
"Terra bruciata di mezzo - fra Vespero e Lucifero" di Mirko Servetti (Matisklo Edizioni) - Di Marco Nuzzo
Una premessa: ogni nesso di casualità che leghi un evento a un determinato osservatore, si discosta per logiche di prospettiva, talvolta esse stesse relegate in un determinato ambito o settore di competenza, che ne limitano il discorso. È pertanto necessario uno studio, sconfinando dalla propria percezione, distaccandosi il più possibile da categorizzazioni che possano in qualche modo inficiare la scientificità del phainomenon. Si potrebbe parlare, mutatis mutandis, di relativismo conoscitivo o, pirandellianamente, d’incomunicabilità e soggettivismo che pone in essere certa inconcludenza nelle pratiche del discorso, propendendo per la retorica che, nel falsare e falsificare l’evento, riesce
“Sotto notti altissime di stelle” di Francesco Macciò (Matisklo Edizioni) - di Marco Nuzzo
Far scontrare un destino poco aduso alla governabilità coi moti accorsi “Sotto notti altissime di stelle”. È questa l’eterotopia proposta nella silloge del Poeta Francesco Macciò, il quale traccia rocaille e Topografie tra il ricordo di un panoramico Monte Scietto - sul quale campeggia una croce che ricorda Guido Gallinotti - e Torre del Lago Puccini. La visione - tipicamente descrittiva del percorso e dei personaggi, la pregnanza dei tropi e la forza delle parole che ne determinano le
Intervista ad Andrea Bariselli ed Enrico Salvini di Ricetterock
“Anno 2000: gli Iron Maiden lanciano la sfida a calcio ed io la raccolgo. Metto insieme 15 veri rockers ed insieme formiamo la METAL UNITED. Lo stadio è il Brianteo di Monza, l’occasione il Gods of Metal. Tra i convocati ci sono nomi illustri del panorama rock/metal italiano: GL Perotti e Tommy Massara degli Extrema, Mario Riso, Gianluca Battaglion e Giovanni Frigo dei Movida/Rezophonic, Trevor dei Sadist, Max Brigante, Gianluca Galliani dei Settevite, Max Di Riu, Nasty e molti altri ancora. Nel primo tempo la partita è bella, equilibrata e infatti finisce sullo 1 a 1. Ma alla fine del primo tempo mentre nello spogliatoio degli IRON l’allenatore Nicko McBrain tirava le orecchie alla sua squadra, in quello della Metal United Groupie, Birra e “Sigarette” la facevano da padrone. Risultato? Nel secondo tempo gli Iron si scatenano e la partita finisce 7-1 nonostante i miracoli del portiere che parava ben due rigori a Steve Harris… La sera stessa Steve Harris prima del concerto vedeva arrivare il portiere e lo abbracciava dicendogli 'You bastard! you saved all my penalty kicks!' Beh, io ero quel portiere e nonostante i 7 goal subiti la mia bella e doppia soddisfazione me l’ero levata”. Andrea Bariselli
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