martedì 1 settembre 2020

Psicosi dell'accelerazione - la velocità virtuale.


Il piano delle esistenze del pensiero attuale è divenuto pura strumentalizzazione. Quando si relega la salute a mero esercizio di pongolitica, di stilistica, di acquiescenza, si diviene strumenti del pensiero a tutti i livelli, continuando una marcia inesorabile su guasti di logiche, sui cui guasti le stesse logiche si riconformano, si sfaldano e si liquefanno, ricomponendosi in processi sempre più lontani dal rigore e dallo studio. Bauman ne aveva tracciato le cause, ponendo a processo la società consumistica e la globalizzazione, con tutto quello che il capitalismo comporta e ha comportato. Tuttavia, è bene specificare che, se l'accelerazione, la frenesia e la caduta nel futuro, focalizzate da Marinetti, dagli artisti e dai letterati con la pop-art, col futurismo, hanno prodotto misconoscimenti e psicosi, le applicazioni della scienza, sempre più libera di sperimentare, le reti, sempre più potenti e in grado di connettere virtualmente diverse logiche di pensiero, hanno creato ulteriori accelerazioni della vita e un coinvolgimento sempre minore dell'uomo medio per quanto concerna lo sviluppo della nuova società, presentando sempre il prodotto finito e mai il progetto, più una virtualità privata di netiquette e depredata delle etichette che in passato fornivano i dettami di determinate logiche. L'accelerazione lungo quell'estremizzazione del desiderio di libertà non ha fatto altro che creare meccanismi monolitici deprivati di sostanza, organizzazioni settarie che, nella nuclearizzazione delle fonti accertate come ufficiali, hanno trovato l'idillio entro cui espandersi e crescere come complesso di sistemi privi di basi e studi elementari. Il sistema del complotto, insediatosi come backdoor nella rabbia e nella virtualità umana, ha avuto vita facile laddove sia riuscito a instillarsi fra gli elementi di ribellione verso la conoscenza scientifica e l'espansione umana, insinuandosi nella collettività, tra sempre nuovi accoliti, nella sussunzione tra bias cognitivi e desideri di evasione dalla realtà. Ecco che si finisce troppo facilmente col credere a tutto e al contrario di tutto; l'interfaccia è semplice, l'architettura viene fornita già bella e pronta, senza necessità di ulteriori studi, senza controllarne l'affidabilità della fonte, giacché l'ufficialità, nel sistema delle accelerazioni e del virtuale, perde di credibilità. Credibilità e ufficialità non vanno, tuttavia, sempre di pari passo; si pensi alla politica del nostro Paese, una merge di personaggi privi troppo spesso di titoli di studio, sempre più alla mercé del giudizio delle varie tifoserie, beffati, derisi giacché la preparazione, si diceva, lascia molto a desiderare. Unire i punti di questi elementi si traduce in una totale sfiducia verso ogni branca delle istituzioni, preferendo così affidarsi alla negazione di esse. Il resto lo fanno il sillogismo, il bias, la tifoseria da stadio e la facilità di radunarsi in eterotopie e spazi virtuali che non ammettono il contraddittorio o che, di massima, lo scoraggiano, lo contrastano o lo deridono.

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