
Il linguaggio è politica. La grammatica è politica. Linguaggi e grammatiche rappresentano aggregazioni non reali di pensieri sottomessi a un potere che ne firma e ne raccoglie la funzionalità sotto profili similari, ma che si accomunano senza definirsi. Ecco che il linguaggio resta vacua espressione di contenuti, ecco perché le parole e i significanti si allontanano sempre e comunque dai significati, man mano che il senso stesso della significazione muta il proprio valore, mentre muta il sapere umano.