venerdì 10 marzo 2017

“Sotto notti altissime di stelle” di Francesco Macciò (Matisklo Edizioni) - di Marco Nuzzo



 Far scontrare un destino poco aduso alla governabilità coi moti accorsi “Sotto notti altissime di stelle”. È questa l’eterotopia proposta nella silloge del Poeta Francesco Macciò, il quale traccia rocaille e Topografie tra il ricordo di un panoramico Monte Scietto - sul quale campeggia una croce che ricorda Guido Gallinotti - e Torre del Lago Puccini. La visione - tipicamente descrittiva del percorso e dei personaggi, la pregnanza dei tropi e la forza delle parole che ne determinano le
immagini - rendono la raccolta una sorta di biosfera vivente racchiusa nello spazio e nel tempo di un pensiero che appoggia e trasporta il lettore in panoramiche di particolareggiate prosodie, abili a intessere costruzioni di qualità eccelse, seppur celebrative di crudità dagli sviluppi antalgici qualora accostate al metro e al significante di certo uso allegorico, nella sua rappresentazione semantica: “[…] dove la notte sgranava in un lampo/ di ballerine inciocchite le tese/ cinerine […]”.

      Pur prevalendo per pregnanza lirica, l’opera del Macciò si presenta foriera di percorsi  tonitruanti e contundenti, variando l’aspetto della sua Poiesis senza preferirne l’aulicità. Lo si desume dall’uso consapevole della lingua o, per meglio dire, delle lingue e dei fonemi, spesso associati a una visione tutta onomatopeica. Passa dall’uso della lingua inglese, come per la composizione “Epitalamio”, al latino e al greco, sino al dialetto, baloccandosi in un Pasticcio in tre parti sul Poema di Arrigo da Settimello, Sive miseria, scolpendosi i versi finanche con acrostici in endecasillabi e quartine. Come per un’affezione, la metrica del Macciò è similare (ma mai scontata) a quella dell’araldo Giorgio Caproni, col quale condivide la forma spezzata (si guardi all’utilizzazione ricorrente degli enjambements) e a cui dedica i versi di Visita a Giorgio Caproni. Tale dedica, ci permette ritrovare il senso della Poesia del Poeta Macciò che, assieme alla Filosofia incanalata nel suo Pasticcio, permettono di superare l’aporìa insita nella vita stessa, amalgamando l’impasse del significato con la significazione stessa di tutta l’opera: “[…] E la vita, pensi a Dante, smarrita/ tutta la sua dolcezza e armonia…/ Cosa farebbe lei per la Poesia?/ Camicia di Nesso, aporìa […]”.

      Una poesia matura, quella di Francesco Macciò, ma che non si riveste di condizione inscindibile, endemica, tant’è ricca di variabili e variazioni su un percorso ‘sì tracciato e frastagliato insieme, ma di tale bellezza e rarità da saper profondare e alimentare quella ricchezza di elementi e immagini su un asse sintagmico che accade per restare.



L'opera è pubblicata per Matisklo edizioni e disponibile in tutte le librerie on-line.



Francesco Macciò
SOTTO NOTTI ALTISSIME DI STELLE
Prefazione di Luigi Surdich
Introduzione all'edizione digitale di Mirko Servetti
Foto di copertina di Luca Moisio Corsello
ISBN 978-88-98572-07-6

COMETE - collana di poesia
prima edizione, dicembre 2013
2,99 euro

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